martedì 8 dicembre 2015

Ma in che mani siamo? - Rifiuti, Discariche, CSS, Inceneritori



Domenica 13, in piazza Vittorio Veneto a Matera, a partire dalle 10.30, insieme a Legambiente Matera e WWF Matera, una mattinata di approfondimento sulla questione rifiuti, css, discariche e inceneritori. Ci saranno varie testimonianze di altri comitati che combattono per difendere i loro territori e la loro salute dalla spregiudicatezza di imprenditori ed amministratori compiacenti. Proveremo, con loro, ad unire i puntini della "rifiuti connection lucana" e non solo.
Non mancate, diciamo NO ALL'INCENERITORE MASCHERATO DA CEMENTIFICIO!
Informiamoci su quello che hanno intenzione di farci respirare!   
 Contributo video del Dott. Agostino Di Ciaula - ISDE Italia



domenica 8 novembre 2015

Non parlo, non vedo, non sento...e forse non respiro


La minaccia che a 3 km da Matera, oltre a petcoke, fluff e pneumatici, vengano bruciati nel cementificio/inceneritore 60.000 tonnellate all'anno, cioè 60 milioni di chili, di immondizia triturata (CSS) è sempre più reale! Un volume di fumi derivati dall'incenerimento dei rifiuti che così aumenterebbe di ben 5 volte. Ben cinque volte più diossina, più metalli pesanti, più particolato, più microinquinanti, più CO2, più ossidi di azoto, più cattivi odori, più aria irrespirabile. L'unica certezza sarà che l'aria che respireranno i cittadini ed i bambini materani non sarà più pulita e certamente non profumerà di violette. A fronte di questa ulteriore pesantissima minaccia ambientale, registriamo l'assoluto silenzio e l'imbarazzante indifferenza di chi dovrebbe amministrare e tutelare la salute dei materani, a cominciare dal Sindaco De Ruggieri, passando per l'intera giunta per finire ai consiglieri comunali, con una sola eccezione. Come se loro, i loro cari, i loro figli, i loro nipotini non respirassero la stessa aria o fossero immuni alle gravissime patologie correlate ormai con certezza alla vicinanza ad impianti che inceneriscono rifiuti. 
Un silenzio che stride ancora più di fronte al chiaro diniego espresso qualche settimana fa dal comune di Santeramo che tra l'altro è ben più lontano dalle ciminiere del cementificio. Evidentemente, e fortunatamente per loro, la salute dei santermani per i loro amministratori vale molto di più di quella dei materani.
E' ovvio che è inutile aspettarsi, e quindi chiedere, un gesto di responsabilità nei confronti dei materani proprio da chi fa business dall'incenerimento dei rifiuti e dal riutilizzo delle ceneri pesanti. Perciò il Comitato No Inceneritore chiede agli amministratori materani che si esprimano con chiarezza sulla questione Italcementi, che prendano subito una posizione inequivocabile di fronte alla cittadinanza: "costringere i cittadini materani a respirare i fumi di 60 milioni di chili di immondizia inceneriti nei forni del cementificio procurando ingenti utili economici all'azienda o tutelare la salute dei propri cittadini?"
Per questo, oggi pomeriggio a partire dalle 17,30, il Comitato No Inceneritore in piazza Vittorio Veneto a Matera chiamerà all'appello pubblicamente tutti i consiglieri comunali, gli assessori ed il Sindaco ad esprimersi sulla questione. Al gazebo informativo verranno inoltre fornite tutte le informazioni necessarie perché i cittadini abbiano piena consapevolezza di ciò che sta per succedere a Matera.
ARIA PURA, NON PAURA!

da TRM
"Nuovamente in piazza Vittorio Veneto gli attivisti del comitato No Inceneritore per chiamare all’appello pubblicamente tutti i consiglieri comunali, gli assessori ed il Sindaco ad esprimersi sulla richiesta, presentata dalla Italcementi alla Regione Basilicata, di bruciare 60 mila tonnellate di CSS, come combustibile, nello stabilimento di Matera, aumentando il volume di fumi derivati dall’incenerimento di ben 5 volte, inquinamento e cattivi odori compresi. Contro la richiesta ha espresso chiaramente il suo diniego il Comune di Santeramo, dicono dal comitato, ma non quello di Matera. Ecco perché, visto che è inutile aspettarsi, e quindi chiedere, un gesto di responsabilità nei confronti dei materani da chi fa business dall’incenerimento dei rifiuti e dal riutilizzo delle ceneri pesanti, il comitato No Inceneritore chiede agli amministratori materani che si esprimano con chiarezza sulla questione Italcementi, prendendo subito una posizione inequivocabile di fronte alla cittadinanza
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sabato 18 luglio 2015

Cittadini lucani...belli ciao!


Alla manifestazione farsa organizzata mercoledì 15 da Pittella a Policoro, con la partecipazione degli altri due governatori PD Emiliano e Oliverio, ci sono state associazioni e sindacati che hanno sfilato con le proprie bandiere nel corteo, evidentemente avallando così il tentativo di ripulire l’immagine di Pittella sbiancandola dal nero petrolio che finora ha caratterizzato l’agire del gladiatore lucano. C’erano, poi, cittadini e associazioni che hanno duramente contestato, per tutto il tempo della manifestazione e del corteo, l’ipocrisia di un governatore che avrebbe voluto far credere di essere contrario alle trivellazioni ed alle compagnie petrolifere. Ancora una volta clamorosamente smentito a distanza di pochissime ore dalle dichiarazioni del Ministro Guidi che ha confermato, se ancora ce ne fosse stato bisogno, la decisione di autorizzare le esplorazioni per la ricerca di idrocarburi nel mar Ionio e nell’Adriatico.
Dalla risposta del ministro è emerso chiaramente che la battaglia sulle trivellazioni non può essere delegata alla burocrazia partitica ed essere ridotta esclusivamente alle guerre di corrente insite nel PD; che chi ha parlato strumentalmente in questi giorni di unità e di confronto istituzionale o non ha ben presente l’entità del problema trivellazioni oppure è interessato più a battaglie politiche che alla difesa del territorio. Se qualcuno pensa ancora che quello stesso Governo Renzi che ha messo a repentaglio la sua maggioranza per riforme strutturali ancora più importanti (riforma costituzionale, Jobs Act, legge elettorale, riforma sulla scuola) si fermi di fronte ad un confronto con Pittella, Oliverio ed Emiliano sulle trivellazioni in mare, deve cominciare ad aprire gli occhi sulla realtà.
Questo è stato l’intento della nostra contestazione di mercoledì.
Qualcuno ha parlato di manifestazione fallimentare con scarsa partecipazione popolare. Ma forse è proprio ciò che Pittella voleva ottenere ieri. Una sfilata in solitaria, senza contraddittorio, per riuscire a far passare il messaggio che lui è contro le trivelle e dalla parte del popolo. Altrimenti perché organizzare una manifestazione nella mattinata di una giornata lavorativa? Il giochetto, però, è stato smascherato da un manipolo di cittadini attivi ed associazioni che non si sono lasciati abbindolare. Come in altre occasioni, a fronte di contestazioni rumorose ma assolutamente pacifiche, è emersa tutta la violenza e l’arroganza del governatore, che, senza alcuna idea né concreta proposta da contrapporre alle contestazioni, non ha trovato di meglio che minacciare furiosamente di “mettere in ginocchio” le associazioni e i movimenti dissenzienti.
A conferma dell’intento esclusivamente propagandistico dell’iniziativa, non è stato concesso nessuno spazio di contraddittorio ai cittadini ed alle associazioni, nonostante fosse stato richiesto ufficialmente. Il re, ormai, è nudo…e non è un bello spettacolo!
Ed in un crescendo “felliniano” e surreale, forse a causa del solleone e confondendo palesemente, e forse volontariamente, chi fossero gli invasori e chi i “partigiani”, un Emiliano stonatissimo e sudaticcio ha deciso di intonare “Bella Ciao”, screditando tra l’altro la presenza del sindaco Leone e dei suoi sostenitori di destra che hanno sfilato ordinati e allineati con le loro bandiere nel corteo pittelliano. E’ ovvio che la scelta di contestare da semplici cittadini, senza mostrare alcun simbolo e bandiera, per esprimere la distanza dalla manifestazione-farsa, non deve assolutamente diventare l'occasione, per questi politici senza contenuti, di associarci alle bandiere fasciste e a quei gruppi di estrema destra che con noi non hanno nulla a che vedere. A differenza di ciò che Pittella, Emiliano & C. hanno voluto far credere dal palco apostrofando indistintamente la platea dei presenti al grido di “fascisti”!
E’ bene che Pittella e i suoi seguaci si rassegnino al fatto che questi teatrini non bastano più per confondere il popolo lucano. Martedì 21, nelle sedi istituzionali opportune, e non sul bagnasciuga ionico, Pittella dica chiaramente al Consiglio ed ai lucani quali sono le sue strategie sul destino di trivelle che sta facendo sulla Basilicata e sui lucani, almeno in sede istituzionale non si nasconda dietro vuoti proclami, sia chiaro e parli di atti istituzionali consequenziali e coerenti con l’obiettivo dell’uscita dall’era dalle fonti fossili di energia. Inizino a fare i seri questi politicanti che hanno a che fare con gente dignitosa e menti pensanti, non con le loro truppe cammellate. Inizino a dare segnali forti, sia nazionali che internazionali, richiamando, redarguendo o punendo quanti, chiamati a rappresentare il “popolo”, legiferano a favore delle multinazionali contro gli interessi delle popolazioni locali (vedi TTIPP e “questione airgun” nei reati ambientali).
Trasformiamo il sud in riferimento internazionale per le fonti energetiche virtuose e diffuse a disposizione dei singoli cittadini, come annunciato e mai realizzato, tradendo il popolo, già nel 2003!   
Questo devono perseguire anche tutte le altre figure istituzionali presenti a Policoro!
Solo così potrebbe riaprirsi un dialogo ed arrivare a manifestazioni realmente congiunte ed unitarie, come ai tempi di “Scanzano Jonico”!

"I contestatori fischianti del 15 luglio"



mercoledì 15 aprile 2015

Difendiamo la nostra terra!



Si è svolta all'Hemingway Bistrot, a Matera, la conferenza stampa di presentazione dei risultati dell'iniziativa del Comitato No Inceneritore a Matera "Difendiamo la nostra terra!", partita a fine gennaio, con la quale si voleva formalizzare un intervento in affiancamento alla Corte Costituzionale contro il così detto Sblocca Italia.
Nonostante il grande impegno di tante persone in tutta la regione, la somma raccolta pari a 2.130 euro, raccolti con bonifici, ricariche e contanti, è molto lontana da quella necessaria per gli onorari del costituzionalista che era stato individuato.
Nel corso della conferenza stampa è stata evidenziata la determinazione dei singoli individui che si sono attivati sul territorio per sostenere l'iniziativa, così come si è purtroppo registrata la totale assenza di associazioni e comitati impegnati sul territorio, la totale assenza di partiti e movimenti (fatti salvi alcuni attivisti del Movimento 5 stelle del vulture melfese), la totale assenza di risposte dei comuni lucani, e loro consiglieri, interpellati ufficialmente.
Uniche eccezioni, i consiglieri comunali di Matera Giovanni Morelli e Antonio Sansone oltre al sindaco di Craco Lacicerchia.
Purtroppo, con riferimento allo sberleffo di Renzi sui "quattro comitatini lucani", è emerso che non si tratta di una questione numerica, ma dell'estrema frammentazione dei soggetti impegnati nella difesa del territorio, spesso vittime di protagonismi esasperati.
La possibilità che non si raggiungesse l'obiettivo era stata ovviamente prevista, per cui era stato ipotizzato che le stesse somme potessero essere devolute ad associazioni ambientaliste tipo Greenpeace.
Nel corso di questi due mesi di continuo contatto con gente veramente impegnata a difendere i territori, però, è emersa anche la volontà che comunque questa iniziativa avrebbe dovuto produrre ricadute a difesa del territorio lucano, e che non si sarebbe dovuta interrompere. E' stato ipotizzato, quindi, che le somme raccolte potesserro essere utilizzate per la realizzazione di analisi dell'acqua nei territori più compromessi. Perciò sono stati avviati contatti con alcuni Istituti Pubblici con i quali stipulare convenzioni per la realizzazione delle analisi con costi accessibili e certificazione dei risultati da mettere al servizio dei territori lucani.
E' stato presentato un sondaggio, raggiungibile anche dalla pagina Facebook dedicata all'iniziativa https://www.facebook.com/difendiamolanostraterra, che sarà in linea fino alla mezzanotte di domenica 19 aprile, mediante il quale decidere insieme e raccogliere suggerimenti preziosi.


lunedì 26 gennaio 2015

ABBANDONATI SENZA ALCUNA REGIONE!



ABBANDONATI SENZA ALCUNA REGIONE!

           
La legge Sblocca Italia, con il suo carico di devastazione e morte, come sappiamo, non è stata impugnata da Pittella e dal Consiglio Regionale lucano. Alla scadenza del 10 gennaio soltanto 6 regioni, tra cui le confinanti Puglia e Campania, hanno impugnato vari articoli e commi della Sblocca Italia.
Il Presidente Pittella, forte di alcuni “autorevoli” pareri, e supportato dalla maggioranza dei Consiglieri regionali, ha ritenuto che la modifica di una sola parte dell'art. 38 della legge Sblocca Trivelle fosse tranquillizzante, nonostante 65 comuni lucani equivalenti al 52% della pololazione lucana, cioè la maggioranza, avessero chiesto formalmente a Pittella ed al Consiglio regionale di impugnare la Sblocca Italia. Deliberatamente, lui e la sua maggioranza PD, non hanno rispettato la volontà della maggioranza dei lucani, decidendo così di non rappresentare più la popolazione lucana.
Tuttavia il diavolo fa le pentole, anzi le trivelle, ma non i coperchi.
Le Norme Integrative per i giudizi dinanzi alla Corte Costituzionale pubblicate in G.U. 7/11/2008 n. 261, all'art. 4, comma 3 consentono che “soggetti diversi” possano intervenire nel ricorso principale proposto per la declaratoria di illegittimità costituzionale di disposizioni legislative.
Naturalmente resta alla Corte il compito di decidere se l'intervento di questi soggetti sia ammissibile oppure no; e se è vero che fino a questo momento la giurisprudenza della Consulta è stata piuttosto restrittiva nell'ammettere l'intervento di soggetti privi di potere normativo, è anche vero che non era mai successo prima che una Regione ignorasse totalmente la istanza della maggioranza dei suoi cittadini.
Abbiamo dunque interpellato un costituzionalista di chiara fama, (il prof. Avv. Alberto Lucarelli di Napoli) che, con successo (come per il referendum sull’acqua pubblica), in molte occasioni si è occupato dei beni comuni e dei temi della sovranità popolare. Non è naturalmente lo stesso professionista che il governatore Pittella ha ripetutamente richiamato nei suoi interventi a sostegno della non-impugnativa della Sblocca Italia sia in atti formali e istituzionali, sia nelle interviste alla stampa.
Dal Prof. Lucarelli abbiamo ricevuto la disponibilità a presentare, in affiancamento al ricorso principale presentato dalla Puglia o dalla Campania, un atto di intervento a sostegno delle ragioni di incostituzionalità delle norme della legge Sblocca Italia nei ricorsi presentati dalle altre Regioni, in modo da rafforzarne le critiche e contribuire così a farla decadere.
Questa rimane, purtroppo, l'unica strada che potrebbe permettere ai cittadini Lucani di far sentire la loro voce dinanzi alla Corte Costituzionale.
Siamo consapevoli che qualcuno potrà dire che è una iniziativa inutile, visto che il ricorso è già stato presentato da altre Regioni, ma riteniamo che l'apporto qualificato del difensore dei cittadini lucani può dare spunti di riflessione ulteriore e rafforzare gli argomenti trattati da altri, oltre che rendere “visibile” la presenza di una intera comunità abbandonata senza alcuna “regione”.
Siamo anche consapevoli che l'intervento possa essere dichiarato inammissibile dalla Consulta, ma questo risultato, lungi dal rappresentare una sconfitta, sarà la prova evidente che Pittella ed il Consiglio Regionale sono venuti meno al loro dovere di rappresentare la nostra comunità.

Per attuare questa iniziativa, sostituendoci alla istituzione che per noi avrebbe dovuto farsene carico, occorre sostenere una spesa di un certo impegno. E’ perciò indispensabile il sostegno di tutti quelli che credono che valga la pena tentare anche questa strada.
Ci rivolgiamo:
- a tutti i cittadini lucani che sono scesi in piazza alle varie manifestazioni contro la legge Sblocca Italia;
- ai sindaci ed ai consiglieri comunali di quei comuni che hanno deliberato per chiedere a Pittella di impugnare la legge Sblocca Italia, ai quali chiediamo di devolvere, anticipando, un gettone di presenza;
- ai consiglieri comunali e regionali che avrebbero voluto deliberare, per chiedere di impugnare, ma che non ci sono riusciti;
- a tutti i possessori di card carburanti che non intendono più accettare l'elemosina in cambio di tumori;
- a tutti i comitati, associazioni, partiti non collusi con il sistema chiediamo di affiancare il Comitato No Inceneritore in questa "autodifesa" per dare mandato all'avvocato Prof.Lucarelli.
Un piccolo apporto di ciascuno può consentire di raggiungere un risultato significativo destinato a questa iniziativa. E’ possibile contribuire:
- tramite versamento/bonifico su IBAN IT66P0760105138284412584415 - Beneficiario Comitato No Inceneritore - Domenico Genchi
- tramite versamento su Postepay  5333 1710 1206 5724
- tramite versamento con Paypal, per chi ha un conto Paypal, all'indirizzo comitatomentosulcemento@gmail.com
- ai banchetti e centri di raccolta cittadini.
Fino alla trattazione del ricorso nella udienza pubblica dinanzi alla Corte Costituzionale ci sarà modo e tempo, con il sostegno e l'apporto di tutte le intelligenze e le forze sane della Basilicata che si oppongono allo sfruttamento indiscriminato del territorio, di promuovere incontri ed iniziative che spieghino a tutti cosa sta accadendo in Basilicata da quando è iniziato lo sfruttamento petrolifero e quello che potrebbe accadere se le norme della legge Sblocca Italia non dovessero essere annullate.


Grazie ai tanti coraggiosi che finora hanno contribuito a questa iniziativa.
Grazie Tommaso, Roberto, Mariangela, Francesco e Emilia, Silvia, Lavinia, Angela, Mariella, Nicola, Antonio, Isabella, Ludovico, Mariateresa, Titti, Francesco e N
icola Suriano, Fabrizio, Emilio, Pasquale,
Michele, Pietro, Vincenzo, Emanuele.
Grazie ai tanti che stanno contribuendo con ricariche "anonime".
Grazie a chi si sta impegnando nella raccolta fondi sul territorio a diretto contatto con la gente.
Grazie a chi deciderà che ormai la misura è colma e che è arrivato il momento di difenderci da soli.

I ricorsi delle altre Regioni che hanno deciso di impugnare lo Sblocca Italia, ai quali vorremmo affiancare il nostro, non sono stati ancora pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, per cui abbiamo ancora oltre 20 giorni di tempo. Siamo ancora lontani dall'obbiettivo, ma possiamo farcela!

DIFENDIAMO LA NOSTRA TERRA!