Alla manifestazione
farsa organizzata mercoledì 15 da Pittella a Policoro, con la partecipazione
degli altri due governatori PD Emiliano e Oliverio, ci sono state associazioni
e sindacati che hanno sfilato con le proprie bandiere nel corteo, evidentemente
avallando così il tentativo di ripulire l’immagine di Pittella sbiancandola dal
nero petrolio che finora ha caratterizzato l’agire del gladiatore lucano.
C’erano, poi, cittadini e associazioni che hanno duramente contestato, per
tutto il tempo della manifestazione e del corteo, l’ipocrisia di un governatore
che avrebbe voluto far credere di essere contrario alle trivellazioni ed alle
compagnie petrolifere. Ancora una volta clamorosamente smentito a distanza di
pochissime ore dalle dichiarazioni del Ministro Guidi che ha confermato, se
ancora ce ne fosse stato bisogno, la decisione di autorizzare le esplorazioni
per la ricerca di idrocarburi nel mar Ionio e nell’Adriatico.
Dalla risposta del
ministro è emerso chiaramente che la battaglia sulle trivellazioni non può
essere delegata alla burocrazia partitica ed essere ridotta esclusivamente alle
guerre di corrente insite nel PD; che chi ha parlato strumentalmente in questi
giorni di unità e di confronto istituzionale o non ha ben presente l’entità del
problema trivellazioni oppure è interessato più a battaglie politiche che alla
difesa del territorio. Se qualcuno pensa ancora che quello stesso Governo Renzi
che ha messo a repentaglio la sua maggioranza per riforme strutturali ancora più
importanti (riforma costituzionale, Jobs Act, legge elettorale, riforma sulla
scuola) si fermi di fronte ad un confronto con Pittella, Oliverio ed Emiliano
sulle trivellazioni in mare, deve cominciare ad aprire gli occhi sulla realtà.
Questo è stato l’intento
della nostra contestazione di mercoledì.
Qualcuno ha parlato
di manifestazione fallimentare con scarsa partecipazione popolare. Ma forse è
proprio ciò che Pittella voleva ottenere ieri. Una sfilata in solitaria, senza
contraddittorio, per riuscire a far passare il messaggio che lui è contro le
trivelle e dalla parte del popolo. Altrimenti perché organizzare una
manifestazione nella mattinata di una giornata lavorativa? Il giochetto, però,
è stato smascherato da un manipolo di cittadini attivi ed associazioni che non
si sono lasciati abbindolare. Come in altre occasioni, a fronte di
contestazioni rumorose ma assolutamente pacifiche, è emersa tutta la violenza e
l’arroganza del governatore, che, senza alcuna idea né concreta proposta da
contrapporre alle contestazioni, non ha trovato di meglio che minacciare
furiosamente di “mettere in ginocchio” le associazioni e i movimenti
dissenzienti.
A conferma
dell’intento esclusivamente propagandistico dell’iniziativa, non è stato
concesso nessuno spazio di contraddittorio ai cittadini ed alle associazioni,
nonostante fosse stato richiesto ufficialmente. Il re, ormai, è nudo…e non è un
bello spettacolo!
Ed in un crescendo
“felliniano” e surreale, forse a causa del solleone e confondendo palesemente,
e forse volontariamente, chi fossero gli invasori e chi i “partigiani”, un
Emiliano stonatissimo e sudaticcio ha deciso di intonare “Bella Ciao”,
screditando tra l’altro la presenza del sindaco Leone e dei suoi sostenitori di
destra che hanno sfilato ordinati e allineati con le loro bandiere nel corteo
pittelliano. E’ ovvio che la scelta di contestare da semplici cittadini, senza
mostrare alcun simbolo e bandiera, per esprimere la distanza dalla
manifestazione-farsa, non deve assolutamente diventare l'occasione, per questi
politici senza contenuti, di associarci alle bandiere fasciste e a quei gruppi
di estrema destra che con noi non hanno nulla a che vedere. A differenza di ciò
che Pittella, Emiliano & C. hanno voluto far credere dal palco apostrofando
indistintamente la platea dei presenti al grido di “fascisti”!
E’ bene che Pittella
e i suoi seguaci si rassegnino al fatto che questi teatrini non bastano più per
confondere il popolo lucano. Martedì 21, nelle sedi istituzionali opportune, e
non sul bagnasciuga ionico, Pittella dica chiaramente al Consiglio ed ai lucani
quali sono le sue strategie sul destino di trivelle che sta facendo sulla
Basilicata e sui lucani, almeno in sede istituzionale non si nasconda dietro
vuoti proclami, sia chiaro e parli di atti istituzionali consequenziali e
coerenti con l’obiettivo dell’uscita dall’era dalle fonti fossili di energia.
Inizino a fare i seri questi politicanti che hanno a che fare con gente
dignitosa e menti pensanti, non con le loro truppe cammellate. Inizino a dare
segnali forti, sia nazionali che internazionali, richiamando, redarguendo o
punendo quanti, chiamati a rappresentare il “popolo”, legiferano a favore delle
multinazionali contro gli interessi delle popolazioni locali (vedi TTIPP e
“questione airgun” nei reati ambientali).
Trasformiamo il sud
in riferimento internazionale per le fonti energetiche virtuose e diffuse a
disposizione dei singoli cittadini, come annunciato e mai realizzato, tradendo
il popolo, già nel 2003!
Questo devono
perseguire anche tutte le altre figure istituzionali presenti a Policoro!
Solo così potrebbe
riaprirsi un dialogo ed arrivare a manifestazioni realmente congiunte ed
unitarie, come ai tempi di “Scanzano Jonico”!
"I
contestatori fischianti del 15 luglio"