Il 24 maggio
scorso, al Comune di Matera è stato depositato, dalla società DECOM Trasporti
S.r.l., presso l’Albo Pretorio del Comune di Matera un progetto per la
realizzazione di un “impianto preposto
al recupero di rifiuti urbani e speciali non pericolosi per la realizzazione di
combustibile solido secondario (CSS) in un capannone dell’area industriale di
La Martella - Matera”, per quantitativi annui che superano le 12.000
tonnellate.
Ricordiamo che
il CSS, nobilmente descritto come Combustibile Solido Secondario, altro non è
che immondizia urbana (frazione secca) ed altri tipi di rifiuto classificati
come non pericolosi, semplicemente triturati e preparati per il successivo incenerimento.
Guarda caso,
il cementificio alle porte di Matera chiede di poter bruciare nei propri forni fino
a 60.000 tonnellate l’anno di CSS (42.000 in più di quanto già oggi è
autorizzato a bruciare).
Quindi sempre
più rifiuti nel già martoriato Borgo La Martella, sempre più CSS (rifiuti
triturati) bruciati nei forni alle porte di Matera, sempre più fumi, metalli,
diossine nell’aria che respiriamo. Un vero e proprio ciclo “velenifero” a km zero, nel quale guadagna chi non fa
raccolta differenziata, guadagna chi “lavora” il rifiuto per farne CSS,
guadagna chi incenerisce CSS, perde la popolazione che paga Tari sempre più
alte, respira i fumi dei rifiuti inceneriti, mangia i prodotti agricoli
contaminati.
Il Comitato No
Inceneritore Matera, che lotta ormai da oltre tre anni per tentare di
scongiurare l’aumento fino a 60.000 tonnellate/anno di CSS da bruciare nel cementificio,
auspica che il Consiglio Comunale che giovedì 23 è chiamato ad esprimersi su
una mozione presentata da 14 Consiglieri, e che riguarda proprio la
realizzazione di questo impianto, ribadisca con decisione e senza equivoci “il diniego ad una qualunque nuova
installazione di impianti per il trattamento rifiuti in territorio urbano o in
prossimità dei borghi” e che finalmente si “mettano in campo tutte le iniziative per affermare un modello di
gestione del ciclo dei rifiuti, all’interno di una nuova impostazione di
economia circolare, che abbia come obbiettivo quello di rifiuti zero adottando
pratiche di riduzione riuso e riciclo.”
E’ giunta l'ora di
smetterla di giocare con la salute dei cittadini!